Saper comunicare con i propri figli non è semplice, ma nemmeno un’impresa impossibile, anche se ti ritrovi spesso a ripetere la stessa cosa migliaia di volte, anche se hai la forte sensazione di non riuscire a farti capire o di non essere nemmeno ascoltato.
Prima di attribuire le colpe al figlio che non ci ascolta o che fa volutamente il contrario di ciò che chiediamo, riflettiamo sul nostro modo di porci, cercando di individuare gli errori di comunicazione più ricorrenti quando si tratta di come parlare con i figli.
Non ti stupirai di leggere ciò che i figli, ieri come oggi, pensano dei propri genitori:
- “i miei genitori sanno tutto.” Fino a 10 anni
- “i miei genitori non sanno alcune cose.” A 15 anni
- “i miei genitori non capiscono niente.” A 20 anni
- “i miei genitori qualche volta hanno ragione.” A 25 anni
- “ah, se solo avessi dato retta ai miei genitori!” Dai 30 anni
Dietro al sorriso che probabilmente ti avrò strappato, sai bene di che cosa sto parlando: lo sai perché sei una madre o un padre, lo sai perché sei un figlio o una figlia anche tu.
Ed è proprio da qui che voglio partire: la comunicazione tra genitori e figli non è sempre buona ed efficace, tutt’altro. Sono all’ordine del giorno battaglie vere e proprie o scontri di opinione che riguardano ogni aspetto della vita quotidiana: la camera in disordine, l’uso smodato della tecnologia, andare a letto presto, alzarsi la mattina, fare i compiti, rispondere male, capricci vari a seconda dell’età. Questi sono solo alcuni esempi che creano malumore e stress in famiglia che puoi però limitare tenendo a mente poche regole di comunicazione tra genitori e figli che sono semplici sì, ma spesso difficili da mettere in pratica.
- Lascia parlare tuo figlio, non interromperlo, concentrati sull’ascolto attivo ed empatico, concentrati su ciò che ti dice, prestando attenzione alle emozioni, al linguaggio del corpo e a quello paraverbale. E ricorda che non ci sono emozioni giuste o sbagliate, ma solo diversi modi di vivere le esperienze.
- Poni domande aperte, manifestando accoglienza anche col corpo, mostra interesse verso ciò che tuo figlio sta esprimendo.
- Dedica a tuo figlio attenzione esclusiva in modo regolare, crea un momento speciale tutto vostro, magari 5 minuti prima di andare a letto. Fallo sentire a suo agio.
- Lascia cadere le provocazioni, non alimentarle con altre provocazioni, perché sei tu il modello da seguire, l’adulto responsabile che deve dare il buon esempio. Evita i litigi e le discussioni soprattutto se in presenza di amici o parenti.
- Siediti a fianco di tuo figlio e guardalo negli occhi. Se è piccolino, mettiti alla sua altezza per non intimidirlo. Mantieni invece la distanza fisica e, se necessario, alzati in piedi se devi sottolineare il tuo ruolo di adulto.
- Focalizzati esclusivamente sull’oggetto della discussione, senza rivangare il passato. Evita frasi come “quattro mesi fa hai fatto lo stesso”, “te l’ho già detto mille volte!”.
Se non si sente svalutato o attaccato, tuo figlio si interessa a ciò che stai dicendo, altrimenti no.
- Circoscrivi il comportamento oggetto della discussione, senza esprimere giudizi sul valore della persona utilizzando frasi come “fai sempre così”.
- Riconosci i punti di vista – anche quando non li condividi – e le potenzialità di tuo figlio.
- Comunica come ti senti anche tu, senza però muovere accuse.
Non è sempre facile, ma è di fondamentale importanza sapere come parlare con i propri figli per costruire una buona relazione genitore-figlio.
Siamo abituati al life coaching o wellness coaching in ambito professionale o sportivo, oppure quando vogliamo raggiungere il peso forma, ma hai forse dimenticato che hai pure una carriera da genitore? Anche nel ruolo di genitore abbiamo bisogno di fissare obiettivi a medio e lungo termine per migliorare la nostra soddisfazione personale e autostima.
Il ruolo del genitore va da quello più amorevole a quello più autorevole, dal confidente/amico alla guida: bisogna stare attenti in questa evoluzione a essere comunque coerenti per non disorientare il figlio e non creare tensioni o incomprensioni inutili. È importante dunque essere flessibili e capaci di adattare la comunicazione, soprattutto in base all’età del figlio.
Non esistono genitori perfetti, ma solo genitori che ce la mettono tutta per migliorarsi e per imparare come comunicare con i propri figli… E, fidati, non è mai troppo tardi.
Prima di passare in rassegna gli errori di comunicazione che commetti con tuo figlio e prima di iniziare qualunque percorso di coaching, voglio che tu interiorizzi un concetto fondamentale:
tuo figlio va bene così e anche tu vai bene così☺
È vero, siamo abituati o forse obbligati a trascorrere più tempo al lavoro che coi nostri figli, i quali oramai vivono con il cellulare in mano giorno e notte, ma questo non ci sottrae dal dovere – e piacere, te lo assicuro – di creare un dialogo reale con loro, perché soltanto la comunicazione efficace aiuta a creare quel senso di fiducia, amore e appartenenza necessario per la crescita sana e felice di un figlio e quindi di un individuo.
Per imparare il mio metodo di crescita personale e avere una vita privata e familiare più serena ti aspetto al mio corso di Life Coaching.
Per informazioni scrivimi a lara@larabernini.it o chiamami al 3391638172
È un bell’argomento questo del rapporto genitori/figli. Seguendo il corso di Life Coaching della Dottoressa Bernini ho imparato a valorizzare me stessa e di conseguenza a non “soccombere “, moralmente intendo, durante discussioni o momenti difficili con i miei figli.
La capacità di mettere i confini è salvifica. I nostri confini sono un filtro che seleziona gli eventi, le persone e le cose con cui vogliamo entrare in relazione. Mettendo i confini costruiamo intorno a noi la realtà che vogliamo davvero vivere. Grazie Betty per il tuo commento.
Bellissimo argomento! Credo che ognuno di noi, per quanto riguarda l’essere genitori, cerchi di fare il meglio che può, anche in base a come siamo stati trattati noi da bambini. Io sono mamma di 2 figli, completamente diversi da loro, ormai grandi. Ognuno di loro con caratteri diversi e con ognuno di loro ho adattato “strategie “diverse…ma entrambe con un punto in comune…ho sempre cercato di mettermi al loro posto, di ricordarmi com’ero io alla loro età e nel tempo, cambiare il mio ruolo e linguaggio per fare in modo di farli sempre sentire ” accettati” e come scrive Lara ” perfetti ” per loro e per noi.
Bellissimo argomento Lara! Grazie…
Grazie a te, cara Claudia. Ricordarsi sempre che, pur essendo nostri figli, sono esseri umani diversi da noi e distinti tra loro è già una considerazione importante. Poi, l’accoglienza è l’antidoto alla scarsa autostima che molti ragazzi purtroppo vivono dalla più tenera età. Complimenti per il tuo essere mamma sprint!
Ciao Lara , quanta verità . In effetti la maggior parte delle volte è proprio uno sbaglio nostro , genitori, che non sappiamo comunicare in modo efficace e positivo , mio figlio di 13 anni mi dice a volte “mamma mi fai rabbia quando hai quell’atteggiamento con me ! “ mi fa riflettere ed amiche chiedergli scusa . l’emapatia nella comunicazione non deve mai mancare . Ciao Tiziana M.
Non penalizziamoci troppo, ogni genitore si esprime al proprio meglio per quello che gli è dato di sapere. Sicuramente, come dici bene tu, il lavoro è continuo e i margini di miglioria sempre reali.